giovedì 11 aprile 2013

Capitolo Otto


Sequoia vede le creature sbucare dagli alberi. Sono molto veloci, tanto che sbarrano la strada a lui e a Everi, impedendo a entrambi di raggiungere Vern, già impegnato in un letale corpo a corpo col mostro del baldacchino.
Gli esseri vomitati dalla foresta sono ibridi tra donne e rapaci. Hanno corpi deformi, coperti da macchie di piume, con grossi seni avvizziti. Le loro teste sono simili a quelle di gufi e di allocchi, tranne che per gli occhi e per i nasi, inconfondibilmente umani. Le ali che sbucano dalle loro schiene non sono in grado di farle volare, ma le megere le mulinano comunque, quasi come se fossero delle eliche. Artigli affilati grattano il terriccio mentre le bestie scattano contro i due avventurieri, emettendo versi striduli.
«Siamo fregati», sospira Everi, agitando la mano destra, pronta a difendersi con qualche incantesimo.
«Mettiamoci schiena a schiena», la incita Sequoia. Come spesso gli accade, il pericolo imminente gli trasmette un'insolita lucidità mentale.
La ragazza dimostra buona presenza di spirito e ascolta il consiglio di Jones. Si appoggiano l'uno all'altro, lo spandex della Kendal a contatto col corpetto in kevlar del guerriero. Le prime megere sono a meno di sette metri. Sequoia ne conta un totale di trenta, divise sui due lati dei sentieri, la metà in avanguardia, le altre poco più dietro. Sono quasi certamente arpie, di qualche sottospecie che non conosce. Ha già affrontato mostri del genere in una missione nei Campi Flegrei, ma era con un plotone dell'Ordo Draconis, e le arpie erano più piccole.
«Conosci magie di controllo degli spiriti elementali, giusto?», dice alla ragazza, senza voltarsi.
«Qualcosa del genere.» La voce di Everi trema.
«Allora tira fuori il meglio che sai fare, perché qui rischiamo grosso.»
«Vern...»
Jones scuote la testa. «Al momento non possiamo aiutarlo. Vediamo di sopravvivere, poi ci penseremo.»
Non ha tempo di aspettare ulteriori conferme da parte della ragazza: le prime arpie attaccano, due per lato. Sequoia rotea la spada e trancia di netto il braccio destro del mostro che lo carica da sinistra, quindi devia la traiettoria della lama e infilza l'altra creatura, passandola da parte a parte. L'arpia cade a terra strillando d'agonia, mentre quella mutilata tenta comunque di graffiarlo col braccio integro. I suoi artigli grattano il corpetto in kevlar, poi Jones la colpisce all'addome con una ginocchiata, piegandola in due. Approfitta infine del vantaggio per trapassarle la nuca con un affondo preciso.
Il gigante non ha però nemmeno il tempo di respirare: altre due arpie gli sono quasi addosso. Mentre si prepara a difendersi sente un risucchio d'aria alle sue spalle. Con la coda dell'occhio vede che tre dei mostri che stanno attaccando Everi vengono sollevati in aria da un vento impetuoso che pare sorgere da terra. La Kendal agita le dita come se stesse tirando i fili di una marionetta e sussurra parole di comando. Con un gesto brusco spedisce le megere in altro, scaraventandole contro i rami più alti degli alberi secolari.
«Brava ragazza», sussurra Sequoia, quindi vibra un fendente alla creatura dalla testa di civetta che gli sta balzando addosso, spaccandogli il volto in due.
«Non resisterò a lungo», replica Everi con voce affannata.
Il soldato para l'artigliata dell'ennesima arpia e la colpisce allo sterno con un calcio, facendola ruzzolare nella macchia di verde ai margini del sentiero. «Puoi aprirci la strada verso il baldacchino?», domanda alla ragazza.
Il percorso davanti a loro è oramai occupato dalle megere strillanti. Crearsi un varco a fendenti è impossibile.
Everi alza una mano al cielo e un'altra arpia viene investita da una potente folata di vento che la sfracella contro un tronco. La maga prende fiato. «Forse posso farlo, ma esaurirò le mie forze. La magia di comando è estenuante.»
Jones non ci pensa su. «Vai.»
La Kendal alza la voce. Le parole del suo incantesimo ora vibrano potenti. Un mulinello d'aria circonda i due avventurieri; nel giro di un paio di secondi diventa un piccolo tornado. La potenza della mini-tromba d'aria raccoglie rami secchi, sassi e foglie d'edera, ma soprattutto impedisce alle arpie di tornare all'attacco.
Sequoia è impressionato. Sa come funziona la magia di comando: rielabora il tessuto della realtà attraverso parole di potere. È un po' come riscrivere un codice informatico. Ciò che sta facendo Everi non è affatto di poco conto. «Puoi muovere il tornado con noi?», le urla, per farsi sentire al di sopra del sibilo assordante del vento.
La ragazza è pallida e sudata. «Solo per un minuto, al massimo un minuto e mezzo.»
«Portaci vicino al baldacchino.»
La Kendal esegue. La tromba d'aria inizia a spostarsi lungo il sentiero, obbligando le arpie a scansarsi. I due tengono il passo, pronti a tutto. Sequoia sa che nel momento in cui Everi non riuscirà più a mantenere l'incantesimo, loro due saranno spacciati. Cerca di non pensarci. Con una lentezza esasperante arrivano finalmente nel punto in cui si concentrano le rovine dell'edificio adagiato sul letto di rampicanti.
La ragazza inizia a vacillare. Non interrompe la sua cantilena, ma socchiude gli occhi e procede come in sonnambula. «Cerchiamo di raggiungere Vern», grida Jones, cercando di tenerla cosciente. «Queste megere pennute ci hanno attaccato nel momento in cui la bella addormentata gli è saltata addosso. Se riuscissi ad ammazzarla...»
Il suo buon proposito viene disilluso due secondi dopo, quando Everi crolla in ginocchio, esausta. Il tornado, che nel mentre ha raccolto altre pietre e detriti, va esaurendosi quasi immediatamente, provocando una pioggia di macerie e foglie in tutta la radura.
Le arpie sono ancora lì, pronte ad approfittare di un'occasione del genere. Sequoia guarda alla sua destra. Il baldacchino è a dieci metri dalla loro posizione, ma non c'è traccia di Vern, né della creatura che l'ha attaccato. Potrebbe essere sprofondato nella massa di rampicanti e rovine situata attorno al sentiero, ma non ha modo di verificare quel sospetto.
Il soldato stringe l'elsa della spada. «E va bene, troie mefitiche. Vediamo quante di voi riuscirò ad affettare prima di diventare il vostro pranzo.»

Sequoia si mette davanti a Everi, che non riesce ad alzarsi né a reagire. Per quanto gli è possibile farlo, la difenderà.
Questa volta le arpie attaccano da tutti i lati, prendendo coraggio dalla prospettiva di una facile vittoria.
Jones impugna anche il coltello da combattimento, nella sinistra, e inizia una furiosa danza di morte. Affonda e vibra fendenti, ruotando a 360 gradi, tagliando carni, mutilando braccia, sventrando e spiccando teste. Ora però le arpie sono impietose e selvagge. Gli artigliano i bicipiti, gli scavano profondi graffi sulla coscia sinistra, strappando la stoffa dei pantaloni e lacerando la carne.
Nel giro di pochi secondi attorno a lui ci sono i cadaveri di sei megere, ma al contempo Sequoia sanguina da diverse ferite e, soprattutto, si sente i muscoli infiammati e stanchi. Accetta l'idea della morte, come ha sempre fatto, ma sa che questa volta il suo fallimento avrà delle conseguenze gravi. Stringe i denti, rabbioso. «Avanti», incita le creature. «Vi infilo la spada nel culo, una alla volta.»
Le arpie stridono e si preparano a un nuovo assalto in massa. L'ultimo, probabilmente.
Un altissimo urlo femminile di dolore le congela sul posto. Le megere si guardano in faccia, spaventate e incredule, quindi si ritirano verso la foresta emettendo dei piagnistei più umani che animaleschi.
Everi si aggrappa alla gamba di Sequoia e si rialza barcollando. «Cosa...»
In quel momento Anna Bonacieux fa la sua comparsa, emergendo da dietro la collinetta di rampicanti e macerie. «Venite da questa parte», sollecita.
Il soldato aiuta la Kendal a camminare, cercando di ignorare il bruciore delle ferite. Seguono la ragazza fantasma. Anna li conduce dietro il baldacchino deserto, in un punto in cui lo spesso mantello di edera è sprofondato a causa del peso di due corpi. Vern Achilles sta emergendo da quella verzura, districandosi da sotto il cadavere di una donna-serpente vestita in un ricco broccato rinascimentale. Sequoia riconosce una lamia, una pericolosa creatura del mondo nascosto, a metà tra il demone e il vampiro. Non ne ha mai combattuta una, ma la loro pericolosità è risaputa.
«Aiutatelo», supplica Anna.
Jones scosta il mostro con un calcio, girandolo supino. La donna, di bell'aspetto nonostante la pelle scagliosa e l'appendice serpentina che sostituisce le gambe, ha il serramanico di Vern piantato nel petto. È morta.
Il ladro apre gli occhi. È ricoperto di minuscoli, diffusi tagli e graffi, e ha una grande macchia di sangue sulla spalla sinistra, tale da impregnargli la felpa quasi fino alla vita. «Oh cazzo», mugugna, afferrando la mano tesa di Sequoia per rimettersi in piedi. «Alla fine non c'era nessuna fata Carabina.»
«Carabosse», lo corregge Anna, in automatico.
Vern fa una smorfia. «Grazie della precisazione, Casper.»
«Come hai fatto ad ammazzare una lamia?», gli chiede Sequoia, cercando di valutare le condizioni dell'amico.
«Il coltello di Dillinger è fatato, riesce a ferire creature soprannaturali. Gliel'ho piantato nel cuore.»
«Complimenti. Non è facile vincere un corpo a corpo con queste...» Jones non finisce la frase perché intuisce la verità. Con un gesto brusco scosta il colletto della felpa di Vern. La ferita alla spalla ha l'inconfondibile forma di un morso.
«L'ho distratta offrendole il pranzo», ammette il ladro. «Quando pensava di avermi soggiogato ha allentato la presa, e io l'ho pugnalata.»
«Il morso è infetto», interloquisce Everi, ora un po' più sveglia. «Non ne conosco gli effetti precisi, ma ricordo che in qualche modo corromperà il tuo sangue.»
Vern impallidisce. «La tua magia può curarmi?»
«No.»
Sequoia soppesa la spada. È una buona lama. Il lupo stilizzato inciso su un lato e la scritta me fecit solingen la identificano come un'arma fabbricata da qualche mastro fabbro di Solingen. «Potresti diventare un problema», dice, guardando il ladro negli occhi. «Un nostro problema.»
«Ehi, frena. Non mi trasformerò in uno zombie o in un vampiro sul più bello, per morderti il culo.»
«E tu che ne sai?»
«Quindi vorresti decapitarmi per toglierti il pensiero?»
Everi e Anna si mettono tra i due uomini. La Kendal alza la voce. «Nessuno farà nulla di improvvisato. Staremo solo molto attenti agli... sviluppi.»
Sequoia valuta le parole della ragazza. Nell'Ordo gli hanno insegnato a essere deciso e spietato coi commilitoni infettati da qualche creatura demoniaca. Questa volta però vuole essere un po' più flessibile. «Ok, per ora non pensiamoci. Piuttosto: abbiamo fatto tutto questo macello per aiutare chi?»
Anna indica i rampicanti. «Gli spiriti dei giovani che sono stati sacrificati alla lamia stanno finalmente abbandonando le loro ossa consunte. Ma anche Anna Maria Luisa de Medici ha trovato la pace.»
«Chi?», replica Sequoia, perplesso.
«La fottuta lamia», risponde Vern. «A quanto pare era una nobildonna presa in ostaggio da Perrault nel suo mondo d'origine, prima di svernare qui da noi.»
«Il malefico l'ha senz'altro trasformata in una lamia grazie alle formule del suo libro magico», conclude la Bonacieux. «Ora noi l'abbiamo liberata.»
«Tu la vedi?», domanda Everi.
«Sì. A breve lascerà i percorsi di Mamma Oca insieme agli altri spiriti.»
Sequoia sospira e si sfiora uno dei graffi sulle braccia. «Spero che questo metta i bastoni tra le ruote al rituale della vecchia bagascia. Ora però cerchiamo un'uscita.»
Vern annuisce. Fa per recuperare il serramanico dal corpo della lamia ma poi ci ripensa e lo lascia lì. Meglio non rischiare un involontario risveglio.



Per prima cosa i tre utilizzano il kit di pronto soccorso di Sequoia per medicarsi le ferite, abbondando nell'utilizzo di cicatrene e di pomata antibiotica, per combattere le possibili infezioni causate dagli artigli e dalle zanne dei mostri. 
Everi pulisce e medica il morso sulla spalla di Vern, che dopo l'abbondante emorragia ha smesso di colpo di sanguinare. Nonostante tutto il ladro sembra abbastanza in forma, anche se la ferita ha un brutto colorito violaceo che si estende anche al resto della spalla.
Visto che le arpie sono tornate nella foresta e lì sono rimaste, il gruppo si dedica all'esplorazione delle rovine. Dopo qualche minuto trovano i resti di una scala, coperta dalla vegetazione, che porta in quelle che dovevano essere le cantine dell'edificio.
L'unico locale sotterraneo che si è salvato dal crollo è una spoglia stanza in muratura, a pianta quadrata, vuota, se si eccettuano tre porte, una per ciascuna parete, tranne ovviamente quella da cui sbuca la scala.
Sulla porta di destra campeggia la xilografia di una scarpetta di cristallo, su quella al centro quella di Barbablù, su quella di sinistra una che rappresenta un'oca col cappello da dama.
«Se vogliamo continuare nella nostra opera pia, sappiamo quale percorso ci manca», ironizza Sequoia, indicando la porta col disegno della scarpetta.
«Ancora un piccolo sforzo», commenta Anna.
«Non vedo l'ora di scoprire l'ennesima perversione di Perrault.» Sospira Everi. La maga pare essersi ripresa, anche se ha scolato quasi un litro di integratore al gusto d'arancia e ha ancora sete.
«E se vi regalassi un bonus?» L'uscita di Vern catalizza tutte le attenzioni su di lui. Il ladro è inginocchiato a terra. Sta spolverando un tratto di pavimento con uno straccio, illuminando il suo lavoro con uno zippo. «Guardate un po' cos'ho trovato.»
Sequoia si china e la vede: c'è una botola segreta, un lastrone di pietra che può essere sollevato facendo leva con qualcosa. Al centro della botola c'è un'incisione che raffigura un uomo magro e gobbo, con un solo ciuffo di capelli che gli spiove sugli occhi. I ricchi vestiti che indossa non diminuiscono in alcun modo la sua bruttezza.
Jones si gratta la testa, perplesso. «E questa, che roba è?»
«Un livello bonus», scherza Vern.
«Una trappola», ipotizza Everi.
«Che si fa?», conclude Anna, che una volta tanto non ha una risposta certa da dare.

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LA SCELTA (1)


  • Volete che aprano la porta dei Cenerentola?
  • Preferite che risparmino le forze e che abbandonino i percorsi attraverso la porta di Mamma Oca?
  • O volete che esplorino la botola misteriosa?

LA SCELTA (2) Quale POV (punto di vista) desiderate per il prossimo capitolo?


  • Everi Kendal
  • Vern Achilles
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15 commenti:

  1. la porta di cenerentola!
    vediamo come sta Vern...

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  2. Primo!

    Io dico BOTOLA Misteriosa! Dato che tutti fanno delle scelte incoscienti, ho deciso di farle anche io, se sarà giunta l'ora dei nostri amati pg, purtroppo dirò Amen... Adesso divertiamoci!

    E dico VERN.

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  3. Letta tutta d'un fiato, è venuto il momento del voto. Allora: botola e Vern al quale, purtroppo, sta per accadere qualcosa di poco simpatico.

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  4. Bel capitolo! E belle complicazioni!
    Le mie scelte sono:
    - botola misteriosa
    - Everi

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  5. Ovviamente botola misteriosa! :D Col PDV di Vern.

    Ciao,
    Gianluca

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  6. Che domande sono? Botola, ovvio!
    E Vern, che sapevo sarebbe finito male... purtroppo!

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  7. Ahi ahi, povero Vern... non vorrei aver contribuito a qualcosa di estremamente spiacevole... :(
    Molto bello comunque il capitolo, lo scontro con le arpie ha dimostrato che i nostri eroi non sempre hanno vita facile...

    Il mio istinto di autoconservazione (che trasferisco anche sui personaggi, specialmente se ben fatti come questi) mi urla di svignarsela attraverso la porta di Mamma Oca o di completare semplicemente l'"opera pia" con Cenerentola, ma la mia mania di esplorare qualsiasi cosa mi impone di scegliere la botola misteriosa. u.u

    Ovviamente col PdV di Vern, sia perchè è colpa sua se ho scelto la botola (perchè esplorare? Perchè!? xD), sia perchè dovrebbe essere interessante vedere in prima persona gli effetti a breve termine del morso.

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  8. Ok, grazie a tutti per questa prima infornata di commenti e di voti.
    Leggere le vostre considerazioni è sempre molto stimolante, infatti io mi sto divertendo molto, e ho una gran voglia di scrivere il resto di questa avventura.

    A questo punto il buon Vern diventa il personaggio su cui focalizzarsi nell'immediato, lo comprendo.
    Beh, dai, vediamo un po'! ;-)

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  9. Botola misteriosamente misteriosa e Vern, che siamo tutti incuriositi dal morso u.u

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  10. «Apri la botola, Vern!»
    E Vern apre la botola.

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  11. Botola misteriosa e Vern. Per inciso, ottimo lavoro.

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  12. assolutamente la botola.
    E Pov di Vern!

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  13. Ma povero Vern! Ora sono preoccupata...

    Comunque, direi che il mio voto va alla botola - ok, potrebbe essere una trappola, ma è comunque una botola semi-nascosta: potrebbe essere che, oltre ai molti pericoli, contenga anche qualcosa di molto importante.
    Punto di vista di Vern, ovvio :D

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  14. Scelta 1
    botola

    Scelta 2
    Vern

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  15. Ottimo ragazzi!
    Grazie a tutt. Questa volta le vostre votazioni sono state quasi unanimi. Giovedì avrete il nuovo capitolo ;-)

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