giovedì 28 marzo 2013

Capitolo Sei


«E va bene», concede Sequoia sbuffando. «Diamo un'occhiata in giro. Ma al primo segnale di pericolo ce la battiamo.»
Everi annuisce, assumendo lo sguardo da scolaretta diligente. Il soldato fatica a trattenere un sorriso. I due compagni di squadra iniziano a stargli simpatici. La cosa potrebbe rivelarsi pericolosa.
Vern controlla la porta in legno massiccio. Senza dire nulla estrae un grimaldello dalla tasca laterale dei pantaloni, si china sulla serratura e in meno di dieci secondi la scassina. Quindi si fa da parte e con un gesto teatrale invita Sequoia a guidare l'esplorazione.
Il gigante non se lo fa dire due volte. Sale i quattro gradini, seguito dai compagni, e si trova in un lungo corridoio che sul lato destro dà sul giardino interno del castello. Jones sbircia dalla prima di tre finestre. Il chiostro è ben tenuto, con un prato verde uniforme, quattro aiuole fiorite e una fontana centrale, sormontata dalla statua di un cherubino danzante.
Il castello è invece un massiccio squadrato, dotato di due torri fortificate, di diversi doccioni dalla foggia mostruosa e di finestre dotate di inferriate. Non si vede anima viva, anche se per un attimo Sequoia è certo di scorgere un movimento al secondo piano, tra le ombre.
«Qualcosa non va?», gli chiede Vern, preoccupato.
«Mmm... non so. Occhi aperti.»
Il ladro impugna di nuovo il suo serramanico, accarezzandone il manico. «Ok, messaggio recepito.»
«Tu vorresti combattere con quello stuzzicadenti?»
«Questo apparteneva a John Dillinger. È incantato. Me lo porto sempre dietro quando ho a che fare col Mondo Nascosto.»
Sequoia gli rivolge un'occhiata scettica, ma Everi interviene sfiorando il coltello in mano a Vern. «È vero», conferma. «L'hai rubato in uno dei depositi speciali del BPRD?»
«Regalo di un amico», chiosa il ladro.
La voce della donna misteriosa interrompe la conversazione. Questa volta parla in francese, chiedendo di nuovo aiuto. Sequoia cerca di individuare la direzione da cui viene l'invocazione, senza riuscirci. Tuttavia non ci sono molte alternative, se non proseguire lungo il corridoio.

Entrano in un locale ampio e spartano, una sorta di sala delle armi. Lungo le pareti sono allineate diverse armature a piastre di varie forme e modelli. Sopra di esse sono appese alabarde, picche, scudi e stemmi araldici dai disegni variopinti.
Jones dà una rapida occhiata quindi, con cautela, estrae una spada affrancata alla cintola di una corazza Kastenbrust tedesca. Verifica la lama, affilata alla perfezione, e il peso, ben bilanciato. «Visto che le armi da fuoco non servono, questa potrebbe tornare utile.»
«Sicuro di saperla usare?», gli domanda Everi.
«Io ti ho chiesto se tu sai padroneggiare le tue stregonerie?»
«Non sono streg...» La ragazza non finisce la frase e allarga le braccia. «Oh, va bene. Non importa.»


Sequoia prosegue verso l'unica altra uscita della sala, soddisfatto. Si trova a disagio ad avere in squadra una praticante di arti magiche. Di solito streghe e incantatori sono suoi nemici, perché la Chiesa non tollera il loro operato. Questa volta però la missione congiunta è stata decisa dagli alti vertici, su richiesta del misterioso e influente mister Meical. Il soldato dell'Ordo spera che la Kendal non si riveli una serpe covata in seno. Gli spiacerebbe davvero doverla decapitare e poi bruciare.

Attraversano altre aule spoglie o trascurate, finché finalmente entrano nell'area vissuta del castello. La differenza si coglie nell'arredamento, che passa da essenziale, quasi inesistente, a sontuoso. Lungo i corridoi ci sono quadri, elaborati arazzi, grandi anfore e altre armi ornamentali appese alle pareti. Passano in una sala da pranzo illuminata dalla luce diurna che entra da una grande finestra. Pur sapendo che si tratta di una tasca dimensionale e non di un reale castello, Sequoia non può fare a meno di rimanere impressionato davanti alla ricchezza dei mobili, dei broccati e dei trofei di caccia impagliati.
Una delle aree più inquietanti in cui finiscono è quella delle cucine. Stufe e credenze sono in ordine, ma polverose, probabilmente non più utilizzate da tempo. Un odore dolciastro si espande da una dispensa quasi del tutto priva di viveri. Su una cassapanca sono seduti tre manichini di legno e metallo, vestiti da inservienti. I loro volti sono maschere di rame dai lineamenti ben modellati.
Sequoia li controlla a debita distanza, pronti a menar fendenti. Si accorge che i tre costrutti emanano cattivo odore. Gli sembra di vedere qualcosa di bianco, tra le giunture degli arti e gli orli dei vestiti. Ossa, forse.
Everi si avvicina a Jones, rimanendo però nascosta dietro di lui. Un gesto istintivo che gratifica il soldato. «Negromanzia e alchimia, unite per dar vita a questi... cosi.» 
«Sono inerti», commenta Vern, rimasto sulla soglia della dispensa. «Lasciamoli perdere e continuiamo a cercare.»
I suoi compagni ascoltano ben volentieri il consiglio del ladro.

Mentre i tre stanno cautamente esplorando una sala da ballo dotata di un sontuoso camino la voce si manifesta ancora. Questa volta è più facile seguirne la traccia, visto che viene esattamente da sopra le loro teste.
«La scala che abbiamo visto poco fa», suggerisce Vern.
Tornano sui loro passi, fino alla stanza della musica, dove oltre al claviorgano, campeggia un grande quadro che raffigura un nobile in ricche vesti barocche, fornito di una folta barba blu. Sequoia si chiede quando e come il signore del castello è diventato un automa mostruoso. Del resto se quella struttura è una creazione del diabolico Perrault, tutto è possibile.

Sul pianerottolo si affacciano tre porte, una delle quali a due battenti. È quella che scelgono. Jones la spalanca, spada alla mano, pronto al peggio.
Entrano in una biblioteca enorme, con tre giganteschi scaffali ricolmi di libri, tanto alti che ci sono due scale scorrevoli per poter raggiungere i ripiani superiori. Un pesante tavolo da lettura in mogano è posto al centro della stanza, circondato da quattro pesanti ed elaborate sedie. Dal soffitto pende un lampadario di cristallo, alimentato probabilmente a olio. La luce del giorno filtra da un'ampia finestra, nascosta da una tenda color borgogna.
«Qui non c'è nessuno», sussurra Vern guardandosi intorno.
Sequoia entra nella sala, maledicendo tra sé e sé gli scricchiolii del pavimento in parquet. L'idea di essersi ficcati dritti in una trappola torna a farsi largo, prepotente. «Meglio andarsene», dice agli amici. «Torniamo ind...»
Non fa in tempo a finire la frase perché qualcosa compare dal nulla, alla sua destra. D'istinto il soldato arretra di un passo e vibra un fendente. La spada attraversa la figura che si è materializzata, senza danneggiarla. Nel mentre si accorge che si tratta di una fanciulla di splendido aspetto, vestita con un lungo abito di foggia rinascimentale, raffinato. La ragazza ha carnose e sensuali labbra, capelli boccoluti e intensi occhi verdi.
«Uno spettro», esclama Everi, iniziando poi a cantilenare un incantesimo.
«Aspettate, onorevoli viaggiatori», supplica la donna-fantasma. «Non sono qui per farvi del male.» Parla un ottimo inglese, anche se il suo accento francese è inconfondibile.
Sequoia si tiene a debita distanza, ma non l'attacca più. Sa che tra l'altro sarebbe inutile. Nel suo zaino ha qualche rimedio che potrebbe essere utile contro uno spettro ostile, sale benedetto e un breviario di orazioni funebri speciali, ma confida che, se si arriverà allo scontro, Everi riuscirà in qualche modo a intervenire.
«Chi sei?», domanda alla ragazza, mentre Vern e la Kendal entrano a loro volta, pronti al peggio.
«Mi chiamo Anna Bonacieux, sono una delle mogli del visconte Barbablù.»
«Da quanto sei... morta?», le chiede Jones.
«Sono stata l'ultima donna che Perrault ha preteso per sé, prima che la strega Oldisia lo prelevasse dal mondo da cui veniamo, per salvarlo dalle truppe di Luigi XIV.»
La Kendal si fa avanti, meno tesa. «Il tuo spirito è intrappolato nei percorsi di Mamma Oca?»
Anna annuisce. «Da tempo aspettavo qualcuno come voi. Lasciate che vi racconti la mia storia.»
Sequoia si insospettisce. «E tu come fai a sapere chi siamo?»
«Ho origliato gli incontri tra il diabolico Perrault è Barbablù, avvenuti nei giorni scorsi, in questo castello. L'arrivo di un nemico era atteso. Sono rimasta vigile, attenta. Vi ho atteso. Purtroppo non posso lasciare questa sala. Il malefico stregone mi ha legato a queste pareti con un sigillo di Salomone, ma è tutto ciò che ha potuto contro di me.»
«Ti intendi di magia?», la interrompe Everi.
«Un poco», ammette la Bonacieux. «In vita appartenevo a un ramo cadetto dei baroni di Busset. Mia madre aveva un quarto di sangue egiziano ed era un'iniziata di Iside la Nera. Mi ha insegnato qualcosa, anche se quel che mi ha sottratto dalla prigionia del mio corpo sgozzato è una sorta di predisposizione spontanea al metafisico.»
Jones non afferra nessuno di quei riferimenti storici e mistici, ammesso che siano veri. A dire il vero non gli interessa particolarmente scoprirlo. «Avanti, vieni al dunque. Raccontaci quel che devi.»


Il fantasma parla ai tre avventurieri, fluttuando a pochi centimetri dal parquet, nell'imitazione di una normale camminata. «Prima di tradire Sua Maestà, Perrault ha a ricamato per anni una rete di intrighi, affinando le sue arti magiche, fino a comporre il Libro Senza Lieto Fine. Lo stesso che gli garantisce anche una specie d'immortalità.»
Sequoia ripensa al tomo che lo scrittore aveva davanti a sé, durante il loro incontro.
«È grazie a esso che ha popolato parte della Francia di creature mostruose», prosegue Anna, «illudendo il Re che le stava creando per offrire un esercito invincibile al suo regno. Poi, pian piano, ha rivelato le sue ambizioni e il suo essere affiliato all'abominevole Rinascimento Nero.»
«Il tuo mondo è molto diverso dal nostro», interloquisce Everi, che dà l'impressione di non essere del tutto all'oscuro dei dettagli rivelati dalla Bonacieux, a differenza di Jones e di Vern.
«Lo è, almeno da quel che sono riuscita a scoprire, imprigionata qui, in questa forma ectoplasmatica per molti anni.»
«Ok, ok.» Sequoia alza le mani. È appoggiato al tavolo, con le braccia possenti incrociate sul petto. «Non offenderti signorina, ma abbiamo un'importante missione da compiere. Dicci come possiamo aiutarti e valuteremo che fare. Dobbiamo forse seppellire il tuo cadavere per garantirti la pace eterna?» Il pensiero di tornare nelle segrete lo disturba, ma è pronto a farlo, se necessario.
«Distruggete i Percorsi», risponde invece Anna.
«Dovevamo sceglierne soltanto uno, per arrivare agli appartamenti della strega», obietta Vern, infastidito.
«Perrault barerà quando gli sarà opportuno farlo. Affrontare lui e Oldisia, insieme, non vi lascia alcun margine per uscire vittoriosi da tale scontro.»
La Bonacieux si libra in volo e arriva al mezzo piano superiore della biblioteca, posandosi sul ballatoio più alto. «Dietro questo scaffale ci sono delle porte segrete che collegano il castello agli altri due percorsi di Mamma Oca. In essi sono intrappolati gli spiriti sofferenti di molte vittime delle fiabe di Perrault. Gente del vostro mondo, catturata dai bravacci di Oldisia.»
«Qui però non abbiamo visto altri spettri», dice Sequoia.
«Ma ci sono», conferma Vern a sorpresa.
«E tu che ne sai?»
«Lo so e basta.»
Jones sbuffa. «Comunque la nostra missione è più urgente, purtroppo.»
«No.» Everi si affaccia alla finestra, pensierosa. Oltre le imposte si vede un paesaggio verdeggiante, con prati e campi fioriti, dai colori vivissimi. È impossibile capire se sono reali, anche se danno più l'idea di essere dipinti, come in quadro tridimensionale.
Sequoia è sempre più spazientito. «Perché no? Cosa cazzo stai dicendo?»
«Parlo della speranza, Jones. Tutto il potere di Perrault si basa sulla disperazione. Lo stesso vale per madame Oldisia; per questo ha attraversato due mondi per salvarlo dal linciaggio. Hanno metodi uguali.»
«La ragazza che dobbiamo salvare, Laura Elpis, ha a che fare con questa faccenda.» Quella di Vern è un'affermazione, non una domanda. «Elpis. Ossia, in greco, speranza.»
Una lucina si accende nella testa di Sequoia. «Il rituale della megera sarà quindi un sacrificio simbolico?»
Everi distoglie lo sguardo, ma annuisce. «In realtà è tutto molto più complesso, ma a grandi linee...» Fa spallucce.
«Distruggere i percorsi di Mamma Oca può davvero aiutarci in qualche modo?», chiede il soldato, sempre più confuso.
«Non starete davvero pensando di ascoltare questo fantasma, vero?» Vern è incredulo.
«Vi prego», rincara la dose Anna. «Liberateci dalla trappola magica di Perrault. Salverete tutti noi dalla dannazione eterna e al contempo corromperete il rituale della strega Oldisia.»
Everi e il ladro fanno per parlare ma Sequoia li zittisce con un gesto secco. Deve riflettere. Monsignor Bolzoni, il cappellano dell'Ordo Draconis nonché suo diretto superiore, gli ha ordinato di fare tutto ciò che ritiene utile per portare a termine la missione. "Senza chiedere e senza indagare le motivazioni che hanno portato il Vaticano a stringere certe alleanze", ha precisato il prelato.
«In questo momento Perrault ci osserva?», domanda Vern, senza badare all'occhiataccia di Jones.
«È probabile», conferma Anna Bonacieux.
«Cosa ti fa pensare che ci lascerà fare ciò che ci chiedi?»
«Il suo egocentrismo. Lui è comunque convinto di potere avere la meglio. Se dovesse sconfiggervi dopo aver aver alzato la posta in gioco, la vittoria per la sua padrona sarebbe ancora più grande.»
Il ladro rivolge un sorriso sarcastico a Sequoia. «Già, e magari tutto questo fa parte di una trappola trappola. Prova a pensarci: sarebbe perfetta, no? Dai, su, lasciamo perdere.»
Il soldato è sempre più perplesso. Era convinto che al comando ci fosse la Kendal, l'unica a conoscere i dettagli della missione. Invece anche lei pare aspettare una sua decisione. «Puoi darci qualche informazioni sugli altri due percorsi?», domanda ad Anna.
Il ladro impreca e si lascia cadere su una sedia, esasperato. Jones lo ignora e si concentra sul fantasma.  
«Credo che siano molto diversi dalle fiabe oscure con cui Perrault aveva insozzato il regno di Francia. Non posso esservi molto d'aiuto, mi spiace.»
«Sì, sì, immagino.» Sequoia richiama l'attenzione di Everi schioccando le dita. «Allora dolcezza, che si fa? Qualche idea?»

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LA SCELTA (1)

  • Volete che i tre accolgano la richiesta, affrontando il percorso della Bella Addormentata?
  • Oppure preferite che esplorino il percorso di Cenerentola?
  • Volete che prevalga la linea scettica e prudente di Vern, che intende uscire dai percorsi di Mamma Oca per raggiungere gli appartamenti di Oldisia?

LA SCELTA (2) Quale PDV (Punto di Vista) desiderate per il prossimo capitolo?

  • Vern Achilles
  • Everi Kendal

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19 commenti:

  1. All'assalto senza indugio, che alla fanciulla sia resa giustizia anzichenò! BPRD, RdT, gli automi forlaniani... quanto di diverti? :-) Ah, come POV mi piacerebbe quello di Vern.

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    1. Moltissimo :)
      Ci voleva, per recuperare una dimensione più ludica (seppure professionale, spero) della scrittura.

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  2. Ascoltare le richieste della rgazza u.u E direi Vern ora :D

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  3. Esploriamo il percorso di Cenerentola con il POV Everi

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  4. Nota: oltre a indicarmi che i tre devono, a vostro parere, aiutare Anna, fatemi sapere anche da quale percorso tra due indicati devono iniziare ;)
    Grazie!

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  5. POV di Everi, e in soccorso della fanciulla con percorso della Bella Addormentata.

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  6. Ovviamente devono aiutare la fanciulla e gli altri spiriti intrappolati U.U Direi passando per il percorso della Bella Addormentata, sia mai che ci scappi un bel drago-Malefica *_*
    POV di Vern - mi piacerebbe vedere come reagirà al fatto che è stata scelta una linea d'azione opposta a quella che voleva lui :D

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  7. Io voto per la linea scettica di Vern, con POV di Vern stesso. :)

    ciao,
    Gianluca

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  8. dato che prima avevo optato per farli andare via ora cambio idea e dico:

    -Bella addormentata, per diana cacciatrice!
    -pov di everi la bona

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  9. Meno male che non era uno spettro malefico, temevo di aver contribuito a gettare i nostri tre in una trappola... :D
    Ovviamente opto per continuare ad aiutare la fanciulla, esplorando il percorso della Bella Addormentata.
    Col POV di Vern, perchè è più bello seguire le azioni attraverso gli occhi di gente che non le voleva compiere. :P

    P.S. il BPRD... mitico! xD

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  10. Mi sto divertendo da matti ma mai quanto te! Scelgo il percorso della Bella Addormentata con il PDV di Vern. Penso anch'io che uno scettico aggiunga quel certo non so che ...

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  11. Cenerentola e punto di vista di everi!!

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  12. Ennesimo ottimo capitolo. Bella la scelta della Felberbaum (si scrive così?) nei panni della dama fantasma. Più tutta una serie di apprezzabili riferimenti ben nascosti nel testo (Iside Nera!)

    Io voto la Bella Addormentata e Vern.

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  13. Tremendo ritardo il mio a questo giro! L'ho letto ieri e commento sol ora. Sorry...
    Bella Addormentata e punto di vista di Vern per me.

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  14. Auguri a tutti i lettori di Tomato Moth e grazie per i voti!
    Domani li chiudo e nella prima metà della nuova settimana lavoro al capitolo sette.

    Buona Pasqua!

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  15. Forse è tardi e non so se sono ancora in tempo per effettuare la scelta. Comunque: percorso della Bella addormentata e POV di Everi. Il personaggio di Anna è modellato sulle fattezze dell'attrice Sara Felberbaum forse? Ottima scelta e beato Daniele De Rossi che ne è il fidanzato.

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  16. Di ritorno da Pasquetta chiudo le votazioni del capitolo 7 ;)

    Dunque sarà Bella Addormentata, e Vern.

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