giovedì 21 marzo 2013

Capitolo Cinque


Perrault lancia un'ultima risata, simile a quella dei cattivi dei vecchi film horror in bianco e nero, quindi scompare lasciando dietro di sé una voluta di fumo grigio.
Insieme allo scrittore è sparito anche il grande libro rilegato appoggiato sul tavolo ovale.
«Che stronzo», mugugna Sequoia, che evidentemente muore ancora dalla voglia di mettere le mani addosso a Perrault.
Vern s'infila la mano in tasca e tasta gli occhialini da lettura che ha rubato poco dopo l'esibizione di magia del francese, approfittando del momento di concitazione. Il suo fiuto gli dice che sono incantati, anche se non riesce a determinare come. Gli fa tuttavia piacere constatare che non sono scomparsi insieme allo scrittore.
«Non è andato troppo lontano, ci scommetto», dice Everi. «Si è ritirato soltanto perché sa di averci coinvolti nel gioco della sua padrona.»
Jones si guarda intorno, squadrando il soggiorno. Sbuffa. «Non ho capito perché lui e la vecchia baldracca vogliono concederci una possibilità di arrivare all'ostaggio.»
«È una storia lunga», spiega la ragazza. «Sono senz'altro sicuri che non ce la faremo, e sperano che il nostro fallimento si trasformerà nella ciliegina sulla torta del loro rituale di disperazione.»
Vern è nervoso e continua a maledirsi per aver accettato quell'incarico, ma cerca di pensare lucidamente. Gli importa poco dei piani di Oldisia, per il momento. «Rimaniamo concentrati su ciò che stiamo facendo», suggerisce. «Prima che l'imbecille scomparisse avevamo deciso per la Porta di Barbablù, giusto?»
«Sì», conferma Everi. «Ma solo per il principio che una vale l'altra.»
Sequoia torna nel corridoio d'ingresso, facendo strada ai compagni. «Ho sempre odiato le fiabe», commenta. «In realtà me le ricordo pochissimo, ma Barbablù è una di quelle che da bambino mi faceva paura. Mia nonna me la raccontava per tenermi buono, quando mia madre tardava a rientrare dal turno di notte.»
«Di dove sei, Jones?», gli chiede Vern, per rompere la tensione.
«Diablo, California. Contea di Contra Costa. Ma mio padre era originario delle Isole Samoa. Ora però mi considero un cittadino romano a tutti gli effetti.»
«Vita intensa la tua.»
«Già», taglia corto Sequoia.
I tre si fermano davanti alla porta che hanno scelto, indecisi sul da farsi. «Ieri sera ci parlavi di tasche dimensionali e cose del genere», dice Vern, rivolgendosi alla Kendal. «Parlavi di questi "percorsi di Mamma Oca"?»
«La villa cambia spesso, nessuno ne conosce i dettagli precisi. Senz'altro Perrault ci ha aggiunto il suo tocco personale.»
«La tua congrega di streghe non sa altro?», la sbeffeggia Sequoia.
«Senti, devi fidarti di me. I nostri superiori hanno concordato questa missione in comune, grazie alla mediazione di mister Meical. Dobbiamo collaborare e basta.»
Vern si accorge che la ragazza ha paura. Teme forse che Jones possa farle del male. Per quel che ne sa lui dei guerrieri dell'Ordo Draconis, potrebbe anche essere vero, anche se sono meno fanatici degli inquisitori.
Sequoia sbuffa e alza le spalle. «Per essere una strega mi sembri in gamba.»
«Non sono esattamente una strega. Sono un'adepta di Demetra», obietta Everi.
«Comunque sia, non fai parte della stessa squadra di Oldisia. Tanto mi basta. Per ora...» Il gigante guarda poi i compagni e fa per aprire la porta di Barbablù. «Ora basta chiacchiere. Si entra?»
Vern annuisce. «Facciamola breve. Entriamo.»

Dietro la porta c'è un ampio e polveroso guardaroba, con tanto di appendiabiti, scarpiere e polverose galosce ammonticchiate in un angolo.
Il ladro fa luce con la Maglite, senza individuare nulla di strano. Conosce quanto basta del Mondo Nascosto per sapere che non sempre ciò che vedono gli occhi corrisponde alla realtà.
Everi allunga una mano finché le sue dita affondano in una sorta di muro invisibile, inghiottendole. «La tasca dimensionale», sussurra. Quindi, senza aspettare altro, lo attraversa totalmente, scomparendo.
Sequoia e Vern si scambiano un'occhiata, preoccupati. «Mai fatto qualcosa del genere?», chiede il ladro.
«Una volta hanno mandato il mio plotone a recuperare l'anima di un prete all'Inferno. Settimo cerchio, secondo girone. Lo abbiamo raggiunto tramite un passaggio simile a questo.»
«Mi stai prendendo per il culo?»
Jones gli rivolge un sorriso strafottente, quindi salta nella tasca.
Vern impreca, poi lo segue. 


Sbucano su una lunga scalinata di pietra che si avvolge attorno a un pilone centrale, massiccio e imponente. Everi è ferma pochi gradini più in basso. Li ha attesi. In mano stringe una torcia con cui cerca di sondare l'oscurità che avvolge quel luogo.
Sequoia accende la potente Maglite fissata alla canna del fucile, aggiungendo altra luce. «Siamo nel castello di Barbablù?», domanda a voce bassa.
«La versione creata dal nostro Perrault malvagio», replica la Kendal.
«Dove andiamo, su o giù?», chiede Vern.
«Su», decide Sequoia. «Anche se ho come il sospetto che non sarà così facile andarsene da questo posto.»
Salgono parecchi gradini, fino ad arrivare a una massiccia porta in legno, rinforzata da bande d'acciaio. C'è la toppa di vecchia serratura e null'altro. Jones prova ad aprirla, senza successo. Spazientito, prende un panetto di esplosivo al plastico dallo zaino. È poco, ma abbastanza per far saltare buona parte della parete. Vern lo ferma. «Non credo sia una buona idea.»
«Perché no?»
«Se i percorsi di Mamma Oca sono creazione magiche e alchemiche, non oso pensare cosa potrebbe succedere se tentassi di farne esplodere un intero settore.»
«Vern ha ragione», interloquisce Everi. «Sono non-luoghi governati da regole anomale. Per uscire dall'altra parte del percorso», indica la porta, «dobbiamo trovare una chiave, o qualcosa del genere.»
«Come in un maledetto videogioco», borbotta il soldato.
«O un'ordalia», glissa la ragazza.
«La chiave è senz'altro laggiù.» Vern indica le scale che scendono nel buio. «Ricordo abbastanza bene favola di Barbablù: nelle segrete sono nascosti i cadaveri delle ex mogli del signore del castello.» La prospettiva di vedere un posto del genere lo inquieta non poco.
Sequoia controlla per l'ennesima volta l'arma, quindi fa cenno ai compagni di seguirlo. «Bene allora, andiamo a dare fuoco alla barba colorata di quel grandissimo stronzo.»

Dopo una discesa che pare interminabile arrivano in vista dei sotterranei. Tutto tace, il silenzio permea ogni cosa. Entrano, pronti al peggio.
Le segrete sono enormi, dalle pareti in muratura grezza. Diversi pilastri sorreggono la volta, mentre tre arcate danno accesso ad altrettanti saloni, cupi e permeati da un forte odore di sostanze chimiche. Le torce illuminano lo spettacolo che Vern temeva di vedere. Ai pilastri sono appesi i cadaveri di alcune donne, coi polsi imprigionati in spessi cappi metallici.
I cadaveri sono ben conservati, se si eccettua la carnagione illividita, le braccia coperte da graffi e ferite, procurate forse nel tentativo di liberarsi dalle catene, e i lunghi tagli e neri, oramai cicatrizzati, alla gola. Le donne, una dozzina in tutto, in vita dovevano essere tutte di bell'aspetto.
«Cristo santissimo», impreca il ladro, ritraendosi.
«Non bestemmiare», lo ammonisce Jones, che però è a sua volta colpito dall'orrendo spettacolo.
Everi si avvicina al cadavere più vicino. «Perrault procura le vittime ai suoi mostri. Quando viveva nel suo mondo d'origine essi fungevano da guardiani del suo reame maledetto. Non immaginavo che Oldisia gli avesse concesso di...»
Un boato la interrompe. Viene dalla loro destra. Le torce dei tre illuminano oltre l'arcata, cercando di individuare la fonte del rumore. In realtà essa si palesa fin troppo facilmente. Un automa alto quasi tre metri caracolla verso di loro, sbuffando fumo dalla nuca. Ha l'aspetto di un uomo robusto e panciuto, vestito con lussuosi abiti rinascimentali, imbrattati però di sangue rappreso. Il corpo dell'uomo è costituito da tubi metallici e ingranaggi, straordinariamente ben assemblati. Una folta barba bluastra è incollata alla mascella d'acciaio del mostro, mentre nella mano destra impugna una spaventosa mannaia, ben più grossa di quelle normali.


«Porca puttana!», impreca Vern, indietreggiando. «Non dovevate entrare qui», grida Barbablù con voce metallica. «Ora vi tocca morire, signori miei!»
Sequoia si pone a pochi metri dal mostro e prende la mira col fucile d'assalto. «Crepa prima tu, ammasso di latta.» Preme il grilletto.
Non accade nulla.
Jones si rialza, incredulo e arretra, controllando l'arma. Barbablù emette una risata gorgogliante e avanza verso di lui. La sua testa sfiora il soffitto. «Vi sgozzerò come capretti, signori miei!»
«Decadenza alchemica», esclama Everi. «Le armi moderne non funzionano quaggiù.»
Sequoia estrae la Colt e prova a far fuoco, senza riuscirci. L'automa oramai gli è addosso. Vibra un colpo di mannaia, che Jones riesce a schivare tuffandosi di lato. La lama graffia il muro, producendo scintille.
Everi si fa avanti pronunciando una formula in un linguaggio che Vern non comprende, ma che ha già sentito altre volte. L'incantamento produce un ispessimento dell'aria attorno alla testa di Barbablù, finché delle croste di ghiaccio compaiono sul volto dell'automa. Questi rallenta un po' i suoi movimenti e scuote il capo confuso, senza però fermarsi.
«Fate qualcosa», grida la ragazza. «Non riuscirò a trattenerlo a lungo.»
Il ladro si accorge che Sequoia è pronto a ingaggiare un disperato corpo a corpo col mostro meccanico, ma dubita che riuscirà in qualche modo ad abbatterlo.
Rifletti, rifletti...
Ricorda che la fiaba parla di una chiave, quella che chiude l'ingresso alle segrete, e che Barbablù consegna a ciascuna nuova moglie, ammonendola di non usarla, per testarne la fedeltà. Se i conti tornano dovrebbe essercene una anche lì, come unica strumento per uscire da quel percorso di Mamma Oca.
Dove può essere nascosta?
Valuta due possibilità: o è nelle vesti di uno dei cadaveri appesi ai piloni, oppure è addosso al mostro meccanico che sta cercando di farli a pezzi. Ipotesi che lo preoccupa non poco.
L'idea gli esplode in testa. Mentre Sequoia danza attorno all'automa, impugnando soltanto il suo coltello da combattimento, Vern recupera gli occhialini rubati a Perrault e li inforca. Immediatamente tutto gli appare a un livello di nitidezza assoluta. Scorge ogni dettaglio di ciò che accade attorno a lui, in un modo che nemmeno credeva possibile. Quando Barbablù vibra un altro fendente, evitato per un soffio da un Sequoia sempre più stanco, il ladro nota la chiave che spunta dietro il collo metallico del mostro, rendendolo simile a un gigantesco giocattolo a molla.
Vern non ci pensa due volte. Prende lo slancio e salta addosso all'automa, aggrappandosi alla sua voluminosa veste, per poi arrampicarsi fin su alla testa. Barbablù emette fumo dalle orecchie e il suo corpo è caldo, quasi rovente. Il ladro sta bene attento a non sporgersi in quella sorta di bolla invisibile manipolata dall'incantesimo di Everi, dove l'aria si è condensata al punto di diventare ghiaccio.
Tocca la chiave, poi l'afferra, proprio mentre il mostro si scuote per attaccare di nuovo Sequoia, scrollandosi di dosso Vern. Questi riesce però a tirare e a sfilare la chiave, che si ritrova in mano nel momento in cui cade a terra. Giusto il tempo di riprendersi dalla botta e si accorge che Barbablù non si muove più. Da terribile automa assassino si è trasformato in una massa di metallo inerte.
Everi aiuta il ladro ad alzarsi. La ragazza e sudata e tesa, ma sorridente. «Come ci sei riuscito?»
Vern nasconde gli occhiali di Perrault prima di guardare la Kendal. Preferisce tenersi quel piccolo segreto tutto per sé. Le mostra la chiave. «Ho sempre avuto una buona vista.»
Sequoia si unisce a loro, esultante. Rifila una pacca al ladro, tanto forte da rischiare di rimetterlo a tappeto. «Bravo! Ben fatto. Questa volta ci hai davvero salvato le chiappe.»
«Sì, sì, ok... ma ora andiamocene di qui.» Vern lancia un'occhiata ai cadaveri appesi. Quando indossava gli occhiali ha intravisto qualcosa che si muoveva dentro di loro. Energia oscura, forse ectoplasmi. Residui di dolore e di afflizione.
«La chiave andrà bene anche per aprire la porta in cima alle scale?», chiede Everi.
Il ladro la tasta tra le dita. «Non ci resta che provarla.»


Funziona.
La serratura si apre con click secco. Sequoia spalanca la porta, coltello da combattimento alla mano.
I tre entrano in quella che sembra in tutto e per tutto la dispensa del castello. Sacchi di iuta, botti e casse di legno sono allineate lungo le pareti. La luce diurna filtra da una finestrella in alto, che fa capire a Vern che si trovano in un seminterrato.
Ci sono due uscite, due porte.
La prima è massiccia e grezza, dotata di uno spioncino, oltre il quale si vede una seconda scalinata, di soli quattro gradini, che termina in un corridoio illuminato dal chiarore del sole.
La seconda è più piccola, costituita da un'unica tavola di legno chiaro e levigato. Al centro è abbellita da una xilografia che raffigura un'oca con in testa un cappello da gran dama.
«L'uscita», afferma Sequoia.
In quel momento una voce femminile, flebile e implorante, giunge alle loro orecchie. «Signori, onorevoli viaggiatori, se mi sentite, venite a liberarmi, ve ne prego!» La richiesta d'aiuto viene da qualche parte più in alto nel castello, oltre la porta che dà sul corridoio superiore.
«Avete sentito?», domanda Everi.
«Non ci pensare nemmeno», taglia corto Jones. «Facile che sia una trappola. E poi qui le mie armi non funzionano per colpa di... come l'hai chiamata?»
«Decadenza alchemica. Così la definì messer Forlani, lo studioso del XVIII secolo che la scoprì e che...»
«La versione breve?», la interrompe Vern.
«Le energie con cui è stato costruito questo posto tendono a contagiare gli elementi esterni, per esempio noi, assoggettandoli alle regole temporali che vigono qui. Se il castello di Barbablù è assimilabile a una rocca del 1700...»
«Tutto ciò che è stato costruito dopo quell'epoca non funziona», intuisce il ladro.
«O funziona male. Le nostre torce elettriche, per esempio, ora sono già quasi scariche.»
Il gemito della donna si ripe proprio in quel momento: «Gentiluomini? Mi sentite?»
«Un'occhiata soltanto», supplica Everi.

- - -

LA SCELTA (1)

  • Aprire la porta contrassegnata con la xilografia di Mamma Oca?
  • Cercare la prigionera del castello?

LA SCELTA (2) Quale PDV (Punto di Vista) desiderate per il prossimo capitolo?

  • Sequoia Jones
  • Everi Kendal
- - -
Share on Tumblr

  Scarica la versione ePub

18 commenti:

  1. Cerchiamo la prigioniera!
    POV di Everi....

    Messer Forlani...LOL

    RispondiElimina
  2. Suggerisco di cercare la prigioniera, possibile alleata, e di affidare il POV a Sequoia. L'inside joke è fantastico.

    RispondiElimina
  3. Apriamo la porta! che si fotta la prigioniera come direbbe il buon Jones.

    POV di Jones

    RispondiElimina
  4. Io cercherei la prigioniera per evitare di lasciarmi alle spalle una potenziale trappola. Il POV di Jones, come piace a me.

    RispondiElimina
  5. Cercare la prigioniera. POV del mitico Sequoia

    RispondiElimina
  6. Sequoia in questo capitolo è stato fenomenale, vorrei lui come narratore del prossimo :D

    Per quanto riguarda la direzione da prendere... è vero, potrebbe essere una trappola, ma non sarebbe nello stile dei nostri eroi lasciare una possibile vittima al suo brutto destino. Quindi voto per il recupero della prigioniera del castello!

    RispondiElimina
  7. Primo giro di ringraziamento per tutti :-)

    RispondiElimina
  8. Cercare la prigioniera, POV di Everi.

    Stupenda la citazione finale. :D

    ciao,
    Gianluca

    RispondiElimina
  9. uffa maledetta prigioniera!!!!! :D

    RispondiElimina
  10. La prigioniera. Per forza! La magnifica scena a cui abbiamo appena assistito (in virtù della bravura "cinematografica del nostro autore) deve continuare ad espandere potenziale ed informazioni. Quindi, non è solo che siamo a Pasqua. PDV, direi, Everi. Tanto Sequoia non lo azzitta nessuno, comunque.

    RispondiElimina
  11. Scelta 1
    Cercare la prigioniera - sperando che come in ogni buon vg ci sia una ricompensa, seppure da guadagnare.

    Scelta 2
    Tornerei su Sequoia

    RispondiElimina
  12. Gran capitolo!
    Steampunk misto ad alchimia misto ad azione e stealth, il tutto scritto ottimamente.
    Sulla continuazione sono combattuto (tranne sul POV, dove ribadisco Sequoia tutta la vita)... ma alla fine sono un sentimentalone, quindi, anche se rischia di essere una trappola, non posso non voler provare a salvare la povera donzella! :D

    P.S. ottima citazione dantesca. ;)

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Non posso esimermi da ringraziarti personalmente per i complimenti e per aver colto le varie "ibridazioni" che ho sperimentato in circa 2000 parole.
      Sì, è stato molto divertente :)

      Elimina
    2. I complimenti sono strameritati.
      Leggere questa storia è divertente, emozionante e piacevole, credo sia questo l'importante, quando si parla di narrativa. :)

      Elimina
  13. Cercare la prigioniera. Assolutamente. Con il POV di Sequoia. Un altro capitolo avvincente.

    RispondiElimina
  14. Il capitolo più bello finora, tenendo conto che anche gli altri sono bellissimi. Complimenti!

    Direi: cercare la prigioniera, trappola o meno che sia, con voce narrante a Sequoia, personaggio riuscitissimo.

    RispondiElimina
  15. Non è troppo tardi, spero.
    Cercare la prigioniera ed Everi come punto di vista :D

    Si, citazione mitica xD

    RispondiElimina
  16. Il dado è tratto, amici miei!
    Votazioni chiuse da questo momento.
    Grazie a tutti. A giorni avrete il nuovo capitolo!

    RispondiElimina